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Ieri sera, ai David di Donatello, è stata celebrata una delle dimensioni più spesso invisibili ma essenziali del cinema contemporaneo: gli effetti visivi. A trionfare è stato Victor Perez per il film Napoli - New York di Gabriele Salvatores.

Un riconoscimento che va ben oltre la semplice abilità tecnica: è un premio alla capacità di trasformare il possibile in poetico, l'invisibile in emozione.
Napoli - New York è un film che parla di sogni, viaggi e identità. Racconta storie intime e universali, e lo fa anche attraverso mondi ricostruiti digitalmente, ambientazioni modellate al pixel, atmosfere che esistono solo grazie alla maestria degli artisti degli effetti visivi. Ma dietro a quelle immagini straordinarie c’è un lavoro di squadra, di visione condivisa, in cui ogni dettaglio è costruito per trasmettere qualcosa di più profondo: emozione.
Il lavoro di Victor Perez – Artista, Supervisore e visionario – è l’esempio perfetto di come la tecnologia possa essere al servizio dell’arte. I suoi effetti visivi non sono mai solo spettacolo, ma diventano linguaggio. Contribuiscono a raccontare la storia così come farebbero la fotografia, la sceneggiatura o la musica. In Napoli - New York, non si limitano a decorare: costruiscono significato.
In un'epoca in cui l'effetti rischiano spesso di diventare fine a sé stessi, il lavoro premiato ieri ci ricorda che la vera forza del cinema è nella sinergia tra arte e tecnica, tra visione e realizzazione. Ed è proprio questo che rende straordinario il contributo degli effetti visivi: la capacità di unire competenze altamente tecniche a una profonda sensibilità artistica. Uomini e donne che lavorano insieme, guidati da un unico obiettivo: emozionare, far riflettere, parlare alla parte più profonda e intima di noi.

La magia del cinema – e in particolare degli effetti visivi – ha più a che fare con gli uomini che con le macchine. Dietro ogni simulazione, ogni scena ricreata al computer, c’è un pensiero umano, una sensibilità, un dialogo continuo tra regista, supervisori, artisti e tecnici. Le macchine eseguono, ma sono le persone a immaginare, decidere, rischiare. Il vero motore è umano: è fatto di intuizioni, esperienze, notti insonni, compromessi e ispirazioni condivise.
Gli effetti visivi non sono un trucco. Sono uno strumento potente nelle mani di chi sa usarlo con consapevolezza e rispetto per la narrazione. E questo premio a Victor Perez è anche un riconoscimento a tutte quelle maestranze silenziose che, lontano dai riflettori, danno forma all’invisibile, rendendo possibile l’impossibile.
In un tempo in cui l’intelligenza artificiale e l’automazione fanno sempre più parte del processo creativo, è importante ricordare che la differenza la fanno ancora – e sempre – le persone. Perché nessuna macchina può sostituire la capacità tutta umana di capire cosa ci emoziona, cosa ci tocca nel profondo, cosa ci fa sentire vivi.
Un sentito ringraziamento anche agli altri candidati, che hanno contribuito a elevare il livello della categoria a nuove vette:
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Tristan Lilien e Michel Denis per Berlinguer – La grande ambizione
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Francesco Niolu e Rodolfo Migliari per L'arte della gioia
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Fabio Tomassetti e Daniele Tomassetti per Limonov
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Rodolfo Migliari e Lena Di Gennaro per Parthenope
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